Scrittura a tastiera cieca
Per “scrittura a tastiera cieca” si intende una modalità di dattilografia che comporta lo scrivere senza guardare la tastiera. Riuscire a trovare i tasti giusti per la scrittura senza utilizzare la vista, ma solo con la memoria e il tatto, risulta abbastanza semplice se ci si avvale di una metodologia ben specifica, specie se consolidata, quale è appunto il metodo di scrittura a tastiera cieca, che prevede l’uso razionale delle dieci dita con la memorizzazione della loro posizione e dei movimenti da compiere in tastiera. L’invenzione di tale metodo viene fatta risalire nel 1876 da Frank McGurrin, uno stenografo legale di Salt Lake City che insegnava dattilografia. Il 25 luglio 1888 McGurrin, che al tempo era l’unica persona a scrivere senza guardare la tastiera, ebbe una vittoria decisiva su Louis Taub (8º campione del metodo delle quattro dita) in una gara nazionale di dattilografia tenutasi a Cincinnati. Ai risultati ottenuti si diede una grande risonanza sui giornali dell’epoca. McGurrin vinse 500 dollari e rese popolare il nuovo metodo di scrittura.
In questa occasione venne sancita, una volta per tutte, la supremazia della macchina per scrivere Remington con tastiera di tipo QWERTY sulle altre macchine allora prodotte, compresa la Caligraph, dotata di settantadue tasti, usata dallo stesso Taub.
La tastiera viene suddivisa in due parti, una per la mano sinistra e l’altra per la mano destra.
La posizione di base viene individuata nella seconda fila dei tasti di scrittura (le file si contano a partire dal basso verso l’alto) che prende il nome di riga di base o rigo base. Le dita delle due mani (con l’eccezione dei pollici ai quali compete la barra di spazio e che restano volanti in attesa di usarla) vengono posizionate sui cosiddetti tasti pilota che, nella tastiera alfanumerica QWERTY, corrispondono alle lettere ASDF per la mano sinistra e a JKLò per la mano destra. Così, un dito per ogni tasto, dal mignolo sinistro sulla lettera A all’indice sinistro sulla lettera F, e dall’indice destro sulla lettera J al mignolo destro sulla lettera ò (oppure sulla M nelle macchine per scrivere con tastiera QWERTY) si dispongono le dita in tastiera. Per altri tipi di tastiera, quali ad es. la Dvorak, cambieranno ovviamente le lettere sulla riga base, ma la ripartizione dei tasti fra le dita sarà simile. Ai mignoli, che hanno un maggiore raggio d’azione, spettano anche i tasti al loro esterno, così pure avviene per ciascun indice a cui competono due tasti in zona centrale per ogni riga.
Ciascun dito, partendo dal proprio tasto pilota, si muove in orizzontale o in verticale per digitare un altro tasto e ritornare subito dopo alla posizione di partenza. In quasi tutte le tastiere i tasti F e J (o i tasti corrispondenti in schemi diversi di tastiere) presentano un punto o una piccola linea in rilievo. In tal modo il dattilografo o l’operatore ha un sicuro punto di riferimento sulla riga base che gli permette maggior sicurezza nell’applicazione della scrittura cieca e quindi maggiore precisione e velocità di scrittura.
I pollici vengono utilizzati alternativamente sulla barra di spazio: se l’ultima lettera della parola è stata digitata con la mano destra, lo spazio viene dato con il pollice sinistro e viceversa. Tutto ciò allo scopo di razionalizzare e bilanciare i movimenti e consentire al contempo un ritmo costante nella diteggiatura. Il ritmo è infatti fondamentale per il buon apprendimento del metodo: se è costante diventa molto più facile acquisire in poco tempo una buona precisione di scrittura e, con l’esercizio e la pratica, aumenterà gradualmente anche la velocità.
Se un tasto deve essere premuto contemporaneamente al tasto maiuscole, il tasto Alt o simili, i due tasti non dovranno essere premuti con la stessa mano, ma ogni mano premerà un tasto.
Per cominciare a prendere confidenza, prendiamo in esame alcune lettera della riga centrale.
Ad esempio la sequenza a-SPAZIO:
a a a a a … (a con il mignolo della mano sinistra, SPAZIO con il pollice della mano destra)
l l l l l … (l con l’anulare della mano destra, SPAZIO con il pollice della mano sinistra)
È nella fase iniziale che si deve curare anche la posizione delle dita (a “martelletto”) e il rilassamento della mano (premendo un tasto si deve muovere un solo dito, mentre il resto della mano è rilassato e non si irrigidisce).
Dopo la pressione di un tasto, il dito torna alla sua posizione rilassato e aspetterà il ritmo per muoversi nuovamente (anche se è il tasto che è sotto il dito stesso nelle posizione di base), indifferentemente se dovrà ripremere lo stesso tasto. Un segreto è quello di non correggere eventuali errori: piuttosto ci si deve sforzare a non farne.
In passato, quando la copiatura a macchina era fondamentale, nei corsi di dattilografia gli allievi talvolta imparavano a scrivere al ritmo di musica, ad esempio facevano gli esercizi ascoltando un valzer, in tal modo si sforzavano a seguire il ritmo e a ridurre gli errori, anche perché se durante un esercizio si sbagliava, bisognava andare avanti piuttosto che correggere.
Non possedendo tutti una macchina per scrivere (o un computer) nei libri di dattilografia era allegata una tastiera stampata su un foglio di carta plastificata, per esercitarsi a casa (spesso con una tastiera per computer stampata su un lato, e una per macchina per scrivere dall’altro).
Appresi un numero sufficiente di tasti si incominciano a scrivere brevi parole (anche per spezzare la monotonia del lavoro) contenenti solo i caratteri appresi, separati da spazi. Ovviamente gli spazi sono premuti con il dito della mano opposta a quella del dito che ha premuto la lettera prima dello spazio:
la la la la la la la la …
la dama la dama la dama …
la dama, la dama, la dama …
Ogni frase deve essere vista e pensata come un insieme di caratteri singoli: lettere, spazi e punteggiatura (indifferentemente dalla pronuncia: “che”, “o, “, “due” e “lle” sono sequenze di 3 caratteri da scriversi nello stesso tempo) e a ogni carattere è collegato un movimento automatico delle dita.
In seguito si apprendono le maiuscole, il mignolo della mano sinistra preme il tasto maiuscole se la lettera è sul lato destro della tastiera; viceversa il mignolo destro preme il tasto maiuscole se la lettera è sul lato sinistro, suddividendo il lavoro tra le due mani. Il ritmo rimane invariato sia scrivendo lettere minuscole sia maiuscole.
Man mano che si imparano le righe di tasti principali (che contengono tutto l’alfabeto e la punteggiatura più importante) si può incominciare a copiare brevi testi di difficoltà crescente. Il testo dovrebbe stare sul lato sinistro di chi scrive, che deve cercare di vedere in esso delle sequenze di caratteri piuttosto che parole e frasi. In tal modo riesce a creare un riflesso condizionato che alla vista di una lettera richiama il tasto, senza bisogno di pensare, indifferentemente dalla lettera precedente o successiva (o se la lettera è doppia o singola). L’ideale è l’esercizio di gruppo, in cui si suppone che tutti debbano sforzarsi a scrivere lo stesso testo nello stesso tempo (anche finire prima è un errore). Al giorno d’oggi la copiatura è meno importante della scrittura diretta, tuttavia chi padroneggia la copiatura si abitua facilmente anche alla scrittura diretta (specie se, in lingue con una scrittura fonetica come l’italiano, riesce ad assegnare le lettere ai suoni piuttosto che ai simboli letti sulla carta).